La donazione del sangue: Vademecum AVIS Varese
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La donazione del sangue: Vademecum AVIS Varese 2015
ID 18075 | 15.11.2022 / Download Vademecum
La donazione del sangue in 7 punti:
1. La composizione del sangue
2. Informazioni al donatore
3. Malattie trasmissibili sessualmente e HIV
4. L'attività motoria
5. Stop al fumo
6. Viaggi
7. L'alimentazione del donatore
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I gruppi sanguigni
I gruppi sanguigni furono scoperti da Karl Landsteiner nel 1900(*) che rilevo sulla superficie dei globuli rossi determinate sostanze, dette antigeni dei gruppi sanguigni, ere ditate geneticamente dai genitori, che ci consentono di determinarne ii tipo.
Queste sostanze sono state chiamate A e B: pertanto avremo soggetti con l'antigene A (gruppo A), altri con l'antigene B (gruppo B), altri con entrambi gli antigeni (gruppo AB) ed infine altri senza i due antigeni (gruppo 0).
Poiché ii sistema immunitario di un organismo non reagisce contro i propri antigeni, mentre contro altri produce anticorpi, nel siero (parte liquida del sangue) delle persone sono presenti anticorpi, detti "naturali", rivolti contro gli antigeni "opposti" ai propri.
Pertanto ii soggetto di gruppo A, avrà nel suo siero gli anticorpi anti B, ii soggetto di gruppo B, avrà nel suo siero gli anticorpi anti A, ii soggetto di gruppo AB, non avrà anti corpi nel suo siero, ii soggetto di gruppo 0, avrà nel suo siero gli anticorpi anti A e gli anticorpi anti B.
Queste diverse caratteristiche combinate, presenza di antigeni sui globuli rossi e anticorpi nel siero, sono fondamentali per la compatibilità trasfusionale.
II sistema Rh
Con ii termine fattore Rh si intende un antigene presente sui globuli rossi ed identificato nella scimmia Rhesus nel 1940. L'antigene responsabile della positività del fattore Rh è stato denominato D. Circa 1'85% degli Europei lo possiedono e sono definiti Rh positivi, il rimanente 15% è definito Rh negativo.
La positività del fattore Rh è importante nelle trasfusioni, ma anche nelle gravidanze in relazione alla possibilità di insorgenza di una patologia chiamata Malattia Emolitica del Neonato (MEN).
Oltre a questi, che sono i principali, ne esistono numerosi altri - fino a 300 - (es. Kell, Duffy, Kidd, ...) che talvolta diventano significativi per la terapia trasfusionale.
I gruppi sanguigni e le trasfusioni
Prima di ogni trasfusione è indispensabile verificare la compatibilità tra donatore e ricevente, in particolare è fondamentale la verifica del gruppo sanguigno.
In generale, per la trasfusione di concentrati di globuli rossi si può seguire lo schema riportato di seguito, anche se è preferibile utilizzare sangue dello stesso gruppo:
Fig. 1 - Compatibilità fra gruppi sanguigni
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Karl Ernest Landsteiner (Baden, 14 giugno 1868 – New York, 26 giugno 1943) è stato un medico, biologo e fisiologo austriaco naturalizzato statunitense.
Nel 1900 egli identificò tre dei quattro gruppi sanguigni umani (A, B e 0) inventando la classificazione del sistema AB0; nel 1902 due colleghi di Landsteiner, Alfred von Decastello e Adriano Sturli, scoprirono il gruppo AB, il quarto gruppo sanguigno, aiutando così a chiarire ulteriormente le differenze di compatibilità tra i tipi di sangue.[1] Successivamente, nel 1940, con Alexander Wiener, Landsteiner scoprì il fattore Rh. Identificò inoltre per primo il virus della poliomielite, che isolò nel 1908.
La scoperta dei gruppi sanguigni (che gli valse il premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1930) portò, come maggiore conseguenza, all'impiego pratico e diffuso della trasfusione di sangue, che prima era molto rischiosa perché non c'era modo di sapere se il sangue di due individui fosse compatibile o no. La determinazione del gruppo sanguigno cominciò a entrare nell'uso nel 1907 e la trasfusione fu praticata su vasta scala nel corso della prima guerra mondiale, salvando un gran numero di vite. Poiché il sangue per definizione è un tessuto, la trasfusione sanguigna si può considerare come il primo innesto di tessuto perfettamente riuscito nella storia della medicina.
Fonte: WP
Segue in allegato
Fonte AVIS Varese
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