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Relazione Annuale ARERA 2024

ID 22249 | | Visite: 1289 | Documenti impianti ENTIPermalink: https://www.certifico.com/id/22249

Relazione annuale ARERA 2024

Relazione Annuale ARERA 2024

ID 22249 | 12.07.2024 / Documento Luglio 2024

In allegato i due volumi della Relazione Annuale ARERA 2024 sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta.

Volume 1 - Stato dei servizi

Contesto internazionale e nazionale
Struttura, prezzi e qualità nel settore elettrico
Struttura, prezzi e qualità nel settore gas
Struttura, prezzi e qualità nel settore del telecalore
Stato dei servizi idrici
Struttura, tariffe e qualità nel ciclo dei rifiuti urbani e assimilati

Volume 2 - Attività svolta

Quadro normativo
Rapporti istituzionali e accountability
Regolazione nel settore dell'energia elettrica
Regolazione nel settore dell'gas
Regolazione nel servizio idrico
Regolazione nel settore del telecalore
Regolazione del ciclo dei rifiuti urbani e assimilati
Mercati retail
Tutela dei consumatori
Vigilanza e contenzioso
Attuazione della regolazione, comunicazione, organizzazione e risorse

Sintesi dei volumi

Contesto nazionale e internazionale

Rispetto al recente passato, valutazioni e previsioni del Fondo Monetario Internazionale dell’aprile 2024 rendono un quadro più ottimista circa le prospettive dell’economia mondiale nonostante la guerra russo-ucraina e un Medio Oriente più instabile del solito che ha creato difficoltà nei commerci attraverso Suez a causa degli attacchi alle navi dei ribelli Houthi.

Per il biennio 2024-2025 è attesa una crescita media mondiale del 3,2%, analoga a quella già registrata nel 2023. Sembra dunque definitivamente rientrato il pericolo di stagflazione (stagnazione e contemporanea inflazione) paventato da diversi economisti, ancora a fine 2022.

Il consuntivo 2023 ha visto la crescita americana al 2,5% contro uno 0,4% dell’Area Euro; l’esercizio 2024 già in corso dovrebbe chiudersi con uno sviluppo Usa del 2,7% e un +0,8% dell’Area Euro.

Solo il 2025 dovrebbe riportare i rispettivi tassi di sviluppo a medesimi ordini di grandezza: +1,9% per gli Usa e +1,5% per l’Area Euro. L’Unione Europea, e in particolare l’Area Euro, sta in effetti pagando quasi per intero gli effetti del conflitto RussiaUcraina, anche a seguito della scelta di rifornirsi, per ritorsione politica contro Mosca, di prodotti energetici da fornitori più lontani rispetto alla Federazione Russa e quindi più costosi.

Mercati energetici internazionali

Mercato internazionale del petrolio
Nel 2023, i prezzi del petrolio sono rimasti relativamente stabili, nonostante il nuovo record di domanda e con tre conflitti che minacciano la regolarità delle esportazioni. La domanda continua la sua crescita inarrestabile ha raggiunto nel 2023 un nuovo picco a poco meno di 102 milioni barili con un incremento superiore ai 2 milioni barili giorno, variazione annuale raramente verificatasi in passato.

Dall’altra, l’offerta segue spedita l’espansione della domanda, con un’abbondanza di nuovi progetti che, per il momento, allontanano i rischi di carenza di investimenti per i prossimi anni. Ne è risultato un prezzo del greggio di 82,2 $/bb, in calo rispetto ai 99 $ dell’anno precedente sorprendendo per il trend al ribasso, considerate le premesse a fine 2022 di potenziale scarsità. La soglia dei 100 $, che sembrava facilmente raggiungibile, si è allontanata nel 2023, e anche nel 2024 sembra difficile che i prezzi possano tornare a quei livelli.

La crescita della produzione è stata la ragione prima del contenimento dei prezzi; le aree di maggior produzione, quelle del Medio Oriente, hanno costi di produzione che raramente superano i 5 $/bbl (contro i 40 $/bbl degli USA) e ciò spiega anche le enormi entrate finanziare dei Paesi dell’area spesso investite in maniera poco efficiente.

Quel che è opportuno sottolineare è che la produzione americana, una volta in declino, dopo 20 anni di forte crescita ha permesso di aumentare i volumi di esportazione e ora contribuisce in maniera decisiva ai meccanismi di formazione dei prezzi di tutto il mondo, Europa inclusa.

Mercato internazionale del gas
Nel 2023 i mercati del gas naturale hanno mostrato segnali di riequilibrio dopo un periodo di shock successivi, con i prezzi spot del gas che sono saliti dai minimi record del 2020, durante la pandemia di COVID-19, a massimi senza precedenti nel 2022, nel contesto della crisi energetica in Europa.

I prezzi spot del gas hanno registrato un notevole calo dovuto principalmente a due inverni miti consecutivi, pur rimanendo superiori alle medie storiche. Questo calo dei prezzi ha sostenuto la crescita della domanda di gas naturale, con molti Paesi che, ancora una volta, hanno favorito il gas naturale rispetto ad altre fonti energetiche.

Il 2023 ha visto una contrazione dello 0,69% dei consumi mondiali di gas, scesi da 4.109 a circa 4.095 miliardi di metri cubi (mld m³). Dopo la riduzione del 2022, la domanda di Asia Pacifico e Cina è rimbalzata registrando, rispettivamente, +2,9% e +7,4%; si è contratta pesantemente l’Europa (-6,9%) e solo minimamente il Centro e Sud America (-0,7%).

Sono state marginali le crescite di Nord America (+1,1%) e Medio Oriente (+2,1%), come pure quella africana (+3,5%). A livello di Unione europea, il 2023 ha visto una nuova flessione dei consumi, di 26 mld m³, pari al 7,3%, influenzata dal clima invernale mite della regione, dal rinnovo delle normative UE su una riduzione volontaria del 15% della domanda di gas e dall’aumento della produzione di energia eolica e solare

Mercato internazionale del GNL
Nel 2023, le esportazioni globali di GNL hanno raggiunto un nuovo picco di 410 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,8% (11 mln ton) inferiore a quello dell’anno precedente (+4,4%).

La ripresa delle esportazioni di GNL è stata spinta da vari fattori, tra cui l’operatività di nuovi progetti GNL, la riduzione della manutenzione non pianificata su alcuni impianti di liquefazione e una maggiore disponibilità di gas di alimentazione in alcuni Paesi.

Gli Stati Uniti hanno superato il Qatar diventando il più grande Paese a livello mondiale esportatore di GNL nel 2023, con esportazioni pari a 88 mln ton.

Il Qatar è scivolato nella seconda posizione con 79 mln ton, condivisa con l’Australia, seguiti da Russia (31 mln ton) e Malesia (27 mln ton).

Il sostanziale aumento delle esportazioni globali di GNL è stato garantito principalmente dagli Stati Uniti, con notevoli contributi da Algeria, Mozambico, Norvegia e Indonesia; al contrario, Egitto, Nigeria e Russia hanno registrato un calo delle esportazioni di GNL.

Mercato internazionale del carbone
Nel 2023 la domanda mondiale di carbone ha raggiunto il nuovo record storico di 8,536 miliardi di tonnellate, ossia +1,4% sul record precedente del 2022. L’Asia-Pacifico, che lo scorso anno ha visto crescere la domanda del 5% (a 6.971 mln ton), è l’area chiave dei consumi mondiali di carbone, in quanto copre ormai oltre 4/5 di quelli globali, con la Cina al 55% e l’India al 15%.

Questi Paesi risultano ancora in crescita nel 2023: la Cina ha aumentato la domanda di carbone del 4,9%, a 4740 mln ton e l’India dell’8,4%, a 1260 mln ton. In calo, invece, Usa (21%, a circa 360 mln ton) e Unione Europea (23%, a 354 mln ton).

Nonostante il moltiplicarsi delle tensioni politiche e commerciali nel 2023 anche il prezzo del carbone è diminuito per tutti i principali carboni di riferimento, pur con le dovute specificità regionali. Il riferimento europeo, Cif ARA, si è ridimensionato addirittura del 56% a una media annuale di 129 $/tonn.

Tra le motivazioni di tali ribassi, oltre all’effetto trascinamento al ribasso del greggio, ha pesato ancora di più quello del gas naturale, diretto concorrente del carbone nell’Interfuel Competition della generazione elettrica.

...
segue in allegato

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Tags: Impianti Impianti termici Impianti elettrici

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