Informazione tecnica HSE / 25 ° anno
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Il rischio chimico in un’azienda si può manifestare in maniera improvvisa (ad esempio a seguito di un incidente) oppure a seguito di un’esposizione prolungata, come accade nel caso delle malattie professionali (pelle, respiratorie e sistema nervoso).
È possibile identificare 4 tipologie di rischio chimico:
- tossicologico, legato all’esposizione prolungata e con effetti cronici
- incidentale
- tecnologico, legato ad anomalie nell’impianto o nelle procedure
- incendio/esplosione, legato all’utilizzo di sostanze che hanno tali caratteristiche.
Ai fini della valutazione del rischio chimico la norma UNI EN 689:1997 offre alcune indicazioni procedurali:
1. Va effettuata una prima fase è di tipo preparatorio, viene infatti stilata una lista di tutte le sostanze chimiche presenti nel luogo di lavoro. Vengono poi individuate le mansioni, le attività, gli impianti di aerazione e le fonti di esposizione che possono favorire o ridurre il rischio chimico. Tutte queste informazioni sono propedeutiche alla definizione della strategia di misurazione del rischio.
2. È necessario individuare il Gruppo Omogeneo di Esposizione (GOE), ovvero il numero di persone prese a campione per effettuare le misurazioni. La frequenza e la durata di queste ultime sono legate dal livello di precisione che devono avere, dalla differenza tra esposizione e valore limite e dalle proprietà delle sostanze che devono essere analizzate.
3. Per valutare le esposizioni relative ai turni di lavoro, solitamente si effettua una misurazione unica della durata del turno stesso. Il minimo è il 25% del tempo totale. Le misurazioni valide, secondo la norma UNI EN 689:1997, sono quelle effettuate in prossimità delle vie respiratorie degli addetti per l’intero periodo di lavoro.
4. Non viene indicata una procedura per effettuare il confronto con il valore limite di riferimento, ma vengono comunque prospettate due alternative: se si ha un numero limitato di misure, l’esposizione professionale viene valutata attraverso un indice di esposizione all’inquinante definito dal rapporto tra la concentrazione media del turno ed il valore limite di riferimento; se invece si hanno più misure, si effettua il confronto col valore limite mediante test statistici che ne valutano la probabilità di superamento con un definito intervallo di confidenza.
OGGETTO: Quesiti sulle attività 1 e 91 del D.M.16 febbraio 1982.
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