Manuale delle emergenze da peste suina africana in. popolazioni di suini selvatici / Rev. 2.0 2021
Rev. n. 2 del 21 Aprile 2021
La Peste Suina Africana (PSA) è una malattia infettiva altamente contagiosa causata da un virus appartenente al genere Asfivirus in grado di causare elevata mortalità nei suidi sia domestici che selvatici di qualsiasi età e sesso. Globalmente si conoscono oltre venti genotipi del virus, ma solo due sono presenti fuori dal continente africano: il genotipo I è limitato alla Sardegna mentre il genotipo II è il responsabile del recente fenomeno epidemico iniziato nel 2007 in Georgia; l’infezione si è poi progressivamente diffusa nell’ex blocco sovietico (Federazione Russa, Moldavia, Bielorussia, Ucraina), e successivamente in diversi paesi dell’Unione Europea (Polonia, Lettonia, Lituania, Estonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Romania, Belgio, Slovacchia, Grecia, Germania) e nei Balcani (Serbia), principalmente attraverso i cinghiali, ma con il coinvolgimento anche di allevamenti di suini domestici. Più recentemente l’infezione è arrivata in Cina e si è diffusa anche in molti altri Paesi asiatici. Considerata l’attuale situazione epidemiologica in continua evoluzione in alcuni Stati Membri dell’Unione Europea, il rischio dell’ingresso della malattia nel territorio nazionale, e in particolare nelle regioni indenni del nord Italia non è trascurabile. Al momento non preoccupa tanto la contiguità con popolazioni infette di cinghiali, considerato che gli Stati Membri ancora indenni e direttamente confinanti con l’Italia creano una zona cuscinetto, ciò che invece deve destare preoccupazione è la capacità del virus di effettuare salti geografici, attraverso alimenti, materiali o mezzi contaminati veicolati dall’uomo, che determinano la comparsa della malattia nelle popolazioni di cinghiali, anche a distanza di molti chilometri da quelle infette, come recentemente avvenuto in Belgio e nella Repubblica Ceca. Le esperienze degli altri paesi hanno evidenziato che l’immediata e coordinata attuazione delle misure di controllo nei suidi selvatici risulta fondamentale per avere maggiori probabilità di confinare ed eradicare la malattia. Naturalmente ancora più importante è la tempestiva identificazione dell’ingresso del virus nelle popolazioni indenni di cinghiali. Un ritardo nella individuazione dell’infezione potrebbe infatti determinare una diffusione della malattia su territori talmente vasti da rendere difficilmente attuabile l’applicazione delle misure di controllo, con gravi ripercussioni economiche per il settore produttivo suinicolo che andrebbe incontro a pesanti restrizioni commerciali. Un’esitazione nel riconoscimento della malattia comporterebbe inevitabilmente il progressivo aumento delle aree interessate dalla circolazione virale e diminuirebbe le probabilità di giungere in tempi brevi all’eradicazione dell’infezione: le misure che devono essere applicate per contenere l’infezione si sono infatti dimostrate efficaci e gestibili solo in aree di limitate dimensioni (es. Belgio e Repubblica Ceca). Considerato che, almeno nelle fasi iniziali, la diffusione della malattia può dipendere dalla densità e dalla grandezza delle popolazioni di cinghiali nonché dalla presenza di “corridoi” che consentono di superare eventuali barriere geografiche, la situazione italiana presenta caratteristiche tali che mettono a rischio l’intero territorio nazionale specialmente se si intervenisse tardivamente rispetto al momento dell’ingresso della malattia in una determinata zona.
Ciò premesso, il presente Manuale operativo intende fornire linee guida da seguire in caso di conferma della PSA nella popolazione di cinghiali presente sul territorio nazionale, per un’applicazione tempestiva delle misure di intervento e al fine di eradicare o comunque contenere al massimo la malattia in una determinata area. Per quanto riguarda le misure da applicare ai suini domestici si rimanda a quanto già stabilito nel Piano di prevenzione e nel Manuale operativo per le pesti suine come aggiornato nel 2021. Gli obiettivi del presente Manuale sono: o Definire il caso sospetto nei cinghiali; o Fornire indicazioni sulla corretta gestione di un sospetto di PSA in territorio indenne; o Illustrare le strategie di contenimento del virus per evitarne l’ulteriore diffusione; o Delineare informazioni per l’elaborazione di un piano di eradicazione in caso di rilevamento della malattia. Il controllo della PSA nelle popolazioni di cinghiali richiede particolari sforzi in virtù della complessità delle misure da adottare. In molti Paesi, infatti, le incursioni del virus nelle popolazioni selvatiche hanno assunto carattere di endemicità. Non mancano, tuttavia, esempi di individuazione precoce e rapida eradicazione, a testimonianza della necessità di elaborare e disporre di un sistema in grado di gestire un’eventuale emergenza. Le indicazioni che vengono fornite sono effetto dello studio delle esperienze, dei dati e delle conoscenze recenti in diversi Stati Membri e delle misure intraprese, che hanno consentito di eradicare la malattia in tempi brevi.
Solo attraverso un costante scambio di dati ed informazioni, e un efficace coordinamento tra tutti gli stakeholder, compresi i cittadini comuni, e la sinergia di tutti i livelli coinvolti, è possibile raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione. ... segue in allegato
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