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MATTM 20 maggio 2019
Oggetto: gestione degli accumuli di Posidonia oceanica spiaggiati
Gli accumuli di Posidonia oceanica che si formano quando i residui di foglie e rizomi trascinati dalle correnti e dal moto ondoso raggiungono la costa emersa, caratterizzano molte aree litorali del territorio italiano, sia a destinazione balneare che ad altri utilizzi.
Soprattutto in prossimità di centri abitati a vocazione turistica, i fruitori delle spiagge non sempre gradiscono la presenza di tali accumuli, in particolare quando gli stessi sono frammisti a rifiuti di origine antropica o comunque quando l’innescarsi dei naturali processi di degradazione batterica danno origine a cattivi odori.
Il materiale vegetale spiaggiato riveste però un importante ruolo nella conservazione delle coste e dei loro ecosistemi, in quanto fornisce alla flora e alla fauna costiere un’elevata quantità di nutrienti e, trattenendo grandi quantità di sedimento tra le foglie, consolida gli arenili limitando il processo di erosione, soprattutto nel periodo invernale quando sono più frequenti le mareggiate.
Tale funzione di protezione diventa ancora più significativa quando, nel tempo, l’accumulo delle biomasse vegetali spiaggiate combinandosi con la sabbia, porta alla formazione di “banquettes”: vere e proprie strutture vegetali, che in funzione dell’assetto geomorfologico della costa, possono raggiungere anche i 2 metri di altezza e svilupparsi per centinaia di metri lungo il litorale arrivando a costituire difese naturali all’azione dei marosi.
Se da un lato è quindi evidente la necessità di mantenere in loco gli accumuli per salvaguardare il fragile equilibrio dei litorali, d’altra parte la loro presenza è percepita dai turisti come un ostacolo alla fruizione delle spiagge e di conseguenza, le amministrazioni locali si trovano a dover a valutare la possibilità di rimuovere tali depositi dalle loro coste, per rendere le spiagge più gradevoli. Tuttavia, la rimozione e il successivo trattamento come rifiuto di tali accumuli oltre a compromettere l’integrità dell’habitat costiero, risulta economicamente molto onerosa.
Altresì, sebbene nel corso degli anni sia aumentata la sensibilità nei confronti di forme gestionali del materiale spiaggiato che favoriscano la valorizzazione di tali residui anche nell’ottica della prevenzione della produzione dei rifiuti, in alcuni casi le amministrazioni hanno dovuto rimuovere periodicamente le biomasse vegetali spiaggiate, accumulandole temporaneamente in zone limitrofe alla spiaggia e portando nel tempo alla formazione di accumuli “artificiali “di difficile gestione.
[...] Segue in allegato
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Fonte: MATTM
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