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Dati INAIL 9/2025 - Settore commercio

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ID 24666 | 01.10.2025 / In allegato

Dati INAIL 9/2025
Commercio: un settore vitale per l’economia italiana - Andamento degli infortuni nel settore del commercio dal 2020 al 2024 - Malattie professionali nel commercio: commessi e meccanici i più colpiti

Il nuovo numero di Dati Inail, periodico di approfondimento curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, è dedicato al commercio, settore che si conferma strategico per il sistema economico nazionale sia per il numero di imprese attive sia per la quantità di occupati. Nel 2023, infatti, il comparto contava oltre un milione di aziende, pari al 21,7% del totale delle imprese italiane e per la stragrande maggioranza con meno di 10 addetti. Gli occupati erano quasi tre milioni e mezzo (18,6% del totale nazionale), oltre la metà dei quali impiegati proprio in micro imprese. Questa capillarità, unita alla varietà di attività svolte - dalla vendita al dettaglio e all’ingrosso fino ai servizi di riparazione e assistenza - rende il commercio un settore vitale ma anche particolarmente esposto ai rischi lavorativi.

Le denunce nel quinquennio 2020-2024. Tra il 2020 e il 2024 le denunce di infortunio nel commercio hanno mostrato una tendenza alla crescita quasi costante. Si è passati dai 36.241 casi del 2020 ai 46.232 del 2024, con un incremento del 28% nell’arco del quinquennio. Nel dettaglio, le denunce sono state 42.174 nel 2021 (+16% sul 2020), 45.449 nel 2022 (+8%), 44.942 nel 2023 (-1%) e 46.232 nel 2024 (+3% sull’anno precedente). Nonostante non siano ancora stati raggiunti i livelli pre-pandemia del 2019, quando si superavano le 48mila denunce, il settore mostra un incremento significativo dopo il calo dovuto alle restrizioni sanitarie.

Modalità di accadimento e differenze di genere. Considerando solo i casi definiti positivamente e distinguendo tra le modalità di accadimento, nel 2024 la maggior parte degli infortuni è avvenuta in occasione di lavoro (79,2%), mentre il restante 20,8% si è verificato in itinere, ovvero durante il tragitto casa-lavoro-casa. La ripartizione per genere vede una netta prevalenza di uomini tra gli infortunati (63,2%), ma nel commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) le donne rappresentano la maggioranza dei casi (53,1%). Gli infortuni in occasione di lavoro sono più frequenti tra gli uomini, mentre tra le donne la quota di infortuni in itinere è più elevata.

La distribuzione per territorio e attività. Nel 2024 la maggior parte degli infortuni riconosciuti nel commercio si è concentrata nel Nord-Ovest (10.301 casi) e nel Nord-Est (9.882). Insieme, dunque, queste due macroaree rappresentano quasi il 60% degli infortuni definiti a livello nazionale. Analizzando le diverse tipologie di attività, emerge che il commercio al dettaglio assorbe quasi il 60% degli infortuni riconosciuti, seguito dal commercio all’ingrosso, con quote che oscillano intorno al 30% nelle varie macroregioni, e dalle attività di vendita e riparazione di veicoli.

L’andamento delle malattie professionali. Anche le denunce di malattie professionali nel commercio sono in costante aumento: nel 2024 sono state 5.986, in crescita del 24% rispetto alle 4.831 del 2023 e più che raddoppiate rispetto alle 2.669 del 2020, anno fortemente condizionato dalla pandemia. Il settore rappresenta l’8,1% di tutte le malattie denunciate nella gestione assicurativa Industria e servizi. Nel 2024 i lavoratori che hanno denunciato patologie lavoro-correlate sono stati 3.813, con una media di 1,6 casi a testa.

Commessi e meccanici i più colpiti. Circa la metà delle denunce riguarda il commercio al dettaglio, il 30% la vendita e riparazione di veicoli e il 20% il commercio all’ingrosso. Tra le professioni più colpite spiccano gli addetti alle vendite (oltre un terzo dei casi), seguiti da meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (poco meno del 20%). Dal punto di vista territoriale, il 46,8% delle denunce di malattia si concentra nel Centro Italia. La Toscana, in particolare, assorbe circa un caso su cinque.

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Fonte: INAIL

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