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ISS, 3 settembre 2020 / 3a revisione
Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali.
Oltre alla riapertura degli incontri con i pazienti, nel documento Rev. 2.0 del 24 agosto 2020 sono contenute indicazioni aggiornate per riprendere attività di gruppo, per riprendere in sicurezza le attività a regime delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali nel rispetto del distanziamento fisico e le regole con le quali garantire nuovamente l’accesso alle strutture tramite i ricoveri finora bloccati e garantire procedure sicure nei reingressi dagli ospedali.
Rapporto ISS n. 4/2020 - Revisioni:
Rev. 2.0 - 24 Agosto 2020
Rev. 1.0 - 17 Aprile 2020
Rev. 0.0 - 16 Marzo 2020
- Inclusione, tra le strutture residenziali, anche delle strutture socioassistenziali in ambito territoriale.
- Indicazioni per la gestione della riapertura alle visite previste dagli aggiornamenti normativi.
- Indicazione di uso delle mascherine chirurgiche da parte dello staff assistenziale in tutta la struttura.
- Raccomandazioni per la ripresa delle attività di gruppo mantenendo un adeguato livello di sicurezza
Gli anziani e le persone affette da gravi patologie neurologiche, croniche e da disabilità sono una popolazione particolarmente fragile nello scenario epidemiologico attuale. In Italia l’età mediana dei deceduti e positivi a SARSCoV-2 è 82 anni (età media 80 anni) ed è più alta di 20 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione(1). Circa il 52% dei casi di COVID-19 segnalati dai servizi sanitari regionali ha un’età superiore a 60 anni. Inoltre, il 95% dei decessi avviene in persone con più di 60 anni e con patologie di base multiple (2).
Un’indagine effettuata dall’ISS dal 24 marzo al 5 maggio 2020 in strutture residenziali socioassistenziali ha descritto una ampia circolazione del virus in queste strutture: dai dati rilevati nelle 1356 strutture rispondenti (pari al 41,3% delle strutture contattate, per un totale di 97521 residenti), il 3,1% dei residenti deceduti aveva sintomi di COVID19, con punte di 6,5% in Lombardia.
In queste strutture nello stesso periodo sono stati rilevati 680 casi confermati di COVID-19(3). Pertanto, nell’ambito delle strategie di prevenzione e controllo dell’epidemia da SARS CoV-2 è necessaria la massima attenzione nei confronti di tali gruppi di popolazione. Tuttavia, nelle strutture residenziali sociosanitarie sono ospitati anche soggetti con patologie croniche, affetti da disabilità di varia natura o con altre problematiche di salute; anche queste persone sono da considerarsi fragili e potenzialmente a maggior rischio di evoluzione grave se colpite da COVID-19.
Inoltre, l'alta prevalenza di condizioni neurologiche come demenza e neuropatie tra i residenti delle RSA può determinare presentazioni cliniche atipiche di COVID-19 o assenza di segni o sintomi evidenti fino al peggioramento delle condizioni cliniche dei residenti. Tra le presentazioni atipiche negli anziani e nelle persone con comorbosità: anoressia, perdita di peso, apatia, disorientamento, letargia, sonnolenza.
Considerando l’elevato fabbisogno assistenziale dell’anziano fragile, il presente rapporto vuole fornire delle indicazioni che permettano alle strutture residenziali e socioassistenziali di fornire il servizio di assistenza riducendo il rischio di COVID-19 negli ospiti e negli operatori.
(1) Istituto Superiore di Sanità. Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia Dati al 22 luglio 2020.
(2) Istituto Superiore di Sanità. Epidemia COVID-19 Aggiornamento nazionale 14 luglio 2020 – ore 11:00. h
(3) Survey nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie
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segue in allegato
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