Informazione tecnica HSE / 25 ° anno
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Il documento allegato riporta i risultati delle indagini svolte dal GSE con l’obiettivo di fare il punto sui livelli di sviluppo e di diffusione del fenomeno del teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia, guardando tanto alle peculiarità delle diverse tipologie di impianti quanto ai diversi approcci di analisi suggeriti dalle elaborazioni statistiche attualmente disponibili.
Negli anni più recenti, alla fornitura di calore attraverso tubazioni di acqua calda o vapore si è associato anche il servizio di teleraffrescamento, erogato attraverso una rete di distribuzione dedicata (ad acqua refrigerata) oppure attraverso gruppi ad assorbimento installati presso le utenze e alimentati dalla rete di teleriscaldamento. Con la diffusione degli impianti e delle reti, nonché degli impatti che ne derivano sui sistemi energetici ed economici territoriali, è aumentata la domanda di dati e informazioni statistiche sul fenomeno del teleriscaldamento e teleraffrescamento da parte delle istituzioni, degli analisti, dei diversi stakeholder. A livello internazionale, ad esempio, la Direttiva 2012/27/CE (Direttiva EED) 1 ha richiesto la predisposizione da parte degli Stati Membri di uno studio sul potenziale di sviluppo del settore; dal 2017 inoltre, Eurostat, ha avviato una raccolta di dati ad hoc, aggiuntivi rispetto a quelli sul calore venduto a terzi (calore derivato) già richiesti dalle statistiche ordinarie. A livello italiano, invece, la proposta italiana di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), presentata alla Commissione nel gennaio 2019 e attualmente in fase di discussione, ha assegnato al teleriscaldamento un ruolo significativo nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e risparmio energetico, in particolar modo prevedendo un’estensione aggiuntiva delle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento a livello nazionale ed enfatizzando la diffusione di sistemi efficienti.Il teleriscaldamento in Italia è oggi una realtà diffusa e consolidata: alla fine del 2017 erano in esercizio poco meno di 300 reti in 240 territori comunali, concentrate principalmente nelle regioni settentrionali del Paese, per un’estensione complessiva di 4.600 km e oltre 9 GW di potenza termica installata; se si considera il solo settore residenziale, il TLR soddisfa circa il 2% della domanda complessiva di prodotti energetici per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria del Paese.
La figura che segue illustra la diffusione delle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento in esercizio in Italia alla fine del 2017 (La dimensione di ciascuna area colorata è proporzionale alla superficie del territorio comunale e non all’estensione delle reti di teleriscaldamento o teleraffrescamento).
Nel complesso, le reti in Italia sono circa 300, concentrate nelle regioni settentrionali e centrali del Paese. Le reti di teleriscaldamento sono largamente prevalenti; negli anni si è tuttavia consolidata anche la presenza di reti di teleraffrescamento associate (non esistono ancora reti di teleraffrescamento non associate a reti di teleriscaldamento). Le caratteristiche territoriali, le condizioni climatiche, la dimensione demografica e la densità abitativa costituiscono i fattori principali per lo sviluppo delle reti. Come si nota, ad esempio, la provincia di Bolzano è fortemente caratterizzata dallo sviluppo di questa tecnologia, declinata in numerose reti prevalentemente di piccola dimensione e alimentate da biomassa solida.
Diffusione del teleriscaldamento per regione – anno 2017
Nota | Con l’espressione “sistemi di teleriscaldamento” si considerano, oltre alla rete di trasporto del calore, anche le unità di generazione del calore.
Diffusione del teleraffrescamento per regione – anno 2017
Nota | È considerata solo la rete ad acqua fredda; è possibile avere teleraffrescamento anche attraverso la rete di TLR, in questo caso queste reti non sono conteggiate.
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Fonte: GSE
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