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Europe, Rome

Programma nazionale di esplorazione mineraria

ID 24201 | | Visite: 177 | Documenti Ambiente ISPRAPermalink: https://www.certifico.com/id/24201

Programma nazionale di esplorazione mineraria

Programma nazionale di esplorazione mineraria / Approvato 01.07.2025

ID 24201 | 01.07.2025 / In allegato

Approvato il Programma nazionale di esplorazione mineraria

La problematica della sicurezza nell’approvvigionamento delle risorse minerarie indispensabili per lo sviluppo industriale e la transizione digitale ed ecologica, è ormai inserita ai primi posti nelle agende politico-economiche di tutti i Paesi con sistemi economici avanzati.

Per limitare la dipendenza delle forniture dalla iper-concentrazione delle risorse, spesso in Paesi politicamente instabili o comunque ritenuti a rischio, la Commissione Europea ha elaborato un nuovo regolamento per l’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime ritenute critiche o strategiche (Regolamento EU 1252/2024, Critical Raw Materials Act - CRMA) che è entrato in vigore il 24 maggio 2024.

Il nuovo Regolamento europeo delinea in modo chiaro ed inequivocabile la strategia che l’Unione Europea vuole perseguire per cercare di mitigare la propria dipendenza dalle forniture estere di materie prime essenziali per il proprio apparato industriale.

Considerando le problematiche insite in tutte le opzioni di approvvigionamento delle forniture in una economia di transizione, la sola strategia efficace è quella che integra una attività estrattiva sostenibile con le pratiche di economia circolare, di riprogettazione ecologica dei prodotti, di ricerca di materiali sostitutivi e con lo sviluppo di collaborazioni con i paesi europei ed extra EU.

Nessun sistema economico avanzato è indipendente sotto il profilo minerario e la situazione italiana non è diversa da quella di molte delle economie di riferimento. Non è dunque né possibile, né verosimilmente auspicabile che la strategia nazionale guardi verso una generalizzata autosufficienza.

Strategie nazionali sbilanciate verso un’unica opzione di approvvigionamento sono inesorabilmente destinate a deludere.

In un’economia di transizione ci si aspetta che la domanda di materie prime critiche salga anche di 10 volte o oltre, non è dunque pensabile poter contare solo sul riciclo e per tutte le materie prime critiche.

Diverse di queste hanno tassi di recupero estremamente bassi ed inoltre le pratiche di ecodesign ed economia circolare permetteranno di estendere la vita in servizio delle tecnologie, vero obiettivo della circolarità, che potrebbe rallentare un possibile ed auspicabile contributo sostanziale dell’industria del riciclo.

L’Italia è stato un Paese minerario, per certe materie prime è tutt’ora un grande produttore, ed è dunque determinante recuperare una quota di autonomia strategica di origine mineraria, variabile da materia prima a materia prima. Obiettivo cui si può giungere partendo dalla conoscenza delle risorse del territorio e dunque da un nuovo programma di ricerca mineraria di base.

Dal punto di vista minerario il Regolamento EU impone agli stati membri di procedere con un Programma di Esplorazione generale nazionale (Art. 19) e con la caratterizzazione dei rifiuti estrattivi, compresi quelli abbandonati, in termini di contenuto in Materie Prime Critiche (Art. 26).

Il DL 84/2024, convertito in L.115/2024, recepisce alcuni punti fondamentali del regolamento EU ed individua ed incarica il Dipartimento per il Servizio Geologico di ISPRA di elaborare e realizzare il Programma Nazionale di Esplorazione mineraria generale per le materie prime critiche (di seguito PNE) che deve essere redatto entro il 24 maggio 2025.

Il 1° luglio 2025 è stato approvato il Programma nazionale di esplorazione mineraria.

Sono 14 i progetti di ricerca contenuti nel Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria generale appena approvato dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE), distribuiti su tutto il territorio nazionale, in regioni chiave come Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Sardegna, ai quali si aggiunge la mappatura nazionale dei depositi dei rifiuti estrattivi prevista dal progetto PNRR URBES.

Il programma, la cui realizzazione è stata affidata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) al Servizio Geologico d’Italia di ISPRA, coinvolge 15 unità operative e oltre 400 specialisti, con un investimento di 3,5 milioni di euro dedicati alla prima fase di indagine sui depositi naturali.

L’approvazione del PNE segna un ritorno strategico per l’Italia alla valorizzazione delle proprie risorse minerarie, in un’ottica moderna, sostenibile e in linea con le priorità europee. L’obiettivo è costruire un quadro aggiornato delle potenzialità minerarie nazionali, integrando le informazioni storiche con una nuova campagna di esplorazione, a oltre 30 anni dall’ultimo investimento pubblico nel settore. Il programma mira, inoltre, a fornire indicazioni preliminari agli investitori italiani ed esteri sulla disponibilità di materie prime presenti nel Paese.

Le attività di indagine si concentreranno sulle aree più promettenti, selezionate da un team di esperti tra i massimi specialisti italiani di giacimenti minerari. Il focus sarà rivolto in particolare a numerose Materie Prime Critiche e Strategiche individuate dalla Commissione Europea, tra cui: litio, boro, grafite, rame, manganese, fluorite, barite, feldspato, antimonio, tungsteno, titanio, bismuto, arsenico, magnesio, terre rare e metalli del gruppo del platino. L’attenzione si estende anche ad altri minerali di interesse per l’industria nazionale, come zeoliti e minerali industriali.

I focus di esplorazione interesseranno quasi tutte le macroaree geografiche del Paese, concentrandosi in particolare su territori già noti per la loro potenzialità mineraria o per la presenza di formazioni geologiche favorevoli. Nel Nord-Est, Lombardia e Trentino-Alto Adige saranno al centro delle ricerche per la presenza di fluorite e barite, nonché di terre rare localizzate nelle Alpi Meridionali. A Nord-Ovest, l'attenzione si concentrerà sull’area di Finero, in Piemonte, per l’indagine sui metalli del gruppo del platino (PGM), mentre nelle ofioliti liguri verranno esplorati giacimenti di rame e manganese. Sempre in Piemonte e in Liguria si cercherà di approfondire la conoscenza dei depositi di grafite. Nel Centro Italia, in particolare in Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Marche e alcune aree del Piemonte, sarà analizzato il potenziale del litio, sia in contesti geotermali che sedimentari. In Toscana, inoltre, saranno oggetto di studio i noti depositi di antimonio e magnesio delle Colline Metallifere, mentre nel Lazio le attività si focalizzeranno sulla fluorite, anche in relazione alla sua concentrazione in terre rare. Nel Sud Italia, la Campania sarà interessata da indagini sul litio, sui feldspati e su altri minerali industriali strategici per l’industria nazionale, mentre in Calabria verranno esaminati i significativi giacimenti di grafite della Sila. In Sardegna, storicamente la principale regione mineraria italiana, l’esplorazione riguarderà diversi materiali: minerali industriali come feldspati, zeoliti, bentoniti e caolino presenti nelle aree magmatiche; mineralizzazioni a fluorite, barite e terre rare nel centro-sud dell’isola; e i più importanti depositi metalliferi. In particolare, si opererà nel distretto di Funtana Raminosa, dove verranno indagati tungsteno, terre rare, rame e altri solfuri, e nel settore sud-occidentale dell’isola, dove l’interesse è rivolto al rame e al molibdeno, associati a stagno, bismuto, arsenico e oro.

In tutte le aree oggetto di indagine saranno inoltre mappati e caratterizzati i depositi di rifiuti estrattivi abbandonati, nell’ambito del Progetto PNRR URBES, che contribuisce alla definizione di un quadro nazionale aggiornato sulle passività ambientali legate alle attività minerarie del passato e finanziato con 10 milioni di Euro.

Durante la prima fase di esplorazione, verranno condotte esclusivamente indagini non invasive, tra cui l’analisi di immagini telerilevate, rilievi geologici, geochimici e geofisici, anche mediante l’impiego di sensori aviotrasportati. Saranno inoltre sperimentate tecnologie avanzate come la radiografia muonica, basata sull’utilizzo di particelle cosmiche, e l’impiego di software di intelligenza artificiale per l’elaborazione e l’integrazione dei dati acquisiti. Eventuali sondaggi esplorativi diretti saranno previsti, ove necessari, solo nelle fasi successive (fase 2 e fase 3), e comunque subordinati alle opportune valutazioni ambientali. Tutti i dati raccolti confluiranno nel Database Minerario Nazionale GeMMA, sviluppato nell’ambito del progetto GeoSciencesIR del PNRR, con l’obiettivo di rendere disponibili le informazioni in modo strutturato, trasparente e consultabile per il mondo scientifico, le istituzioni e i potenziali investitori.

"Le materie prime critiche sono fondamentali per il futuro industriale dell’Europa e per la sicurezza degli approvvigionamenti” - ha dichiarato il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica GILBERTO PICHETTO. “Con il Programma Nazionale di Esplorazione, l’Italia si dota di uno strumento moderno e trasparente per conoscere e valorizzare il proprio potenziale minerario, nel pieno rispetto dell’ambiente. È un passo strategico verso un’economia più autonoma, resiliente e sostenibile.”

“Il Programma Nazionale di Esplorazione redatto da ISPRA, parte del Dl Materie Prime Critiche convertito in legge, rappresenta un passaggio fondamentale per rilanciare il settore minerario italiano e contribuire concretamente alla sovranità industriale ed energetica del Paese - dichiara il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ADOLFO URSO - Non esistono decarbonizzazione, innovazione e futuro industriale senza l’accesso sicuro a queste risorse. Stiamo lavorando per costruire un’Italia più autonoma, competitiva e protagonista in Europa e nel mondo".

ISPRA ha continuato a lavorare e a monitorare le risorse minerarie presenti nel nostro Paese anche in passato, quando si conosceva meno il potenziale di queste materie”, ha affermato il Presidente dell’ISPRA STEFANO LAPORTA; “La pubblicazione del Programma nazionale è stata resa possibile dal lavoro di questi anni su un tema di così grande impatto socio economico”.

Il Direttore Generale dell’ISPRA MARIA SICLARI: “Con il Programma Nazionale di Esplorazione e con il progetto URBES, ISPRA nel suo duplice ruolo di Servizio Geologico d’Italia e di Istituto garante della tutela ambientale, compie un primo passo verso la ricostruzione di un complesso apparato minerario nazionale orientato verso la sostenibilità, come parte di una strategia integrata di approvvigionamento delle materie prime necessarie per il modello europeo di sviluppo decarbonizzato e digitalizzato”.

...

Decreto-Legge 25 giugno 2024 n. 84

Art. 10 Programma nazionale di esplorazione

1. L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) - Servizio geologico d'Italia elabora il Programma nazionale di esplorazione, sulla base di una convenzione stipulata con il Ministero delle imprese e del made in Italy e il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. Il Programma è sottoposto a riesame almeno ogni cinque anni.

2. La convenzione di cui al comma 1 contiene l'indicazione di obiettivi intermedi e finali il cui mancato raggiungimento comporta la revoca dell'affidamento e del finanziamento e individua anche le relative modalità di revoca. In caso di revoca, l'elaborazione del Programma nazionale di esplorazione è oggetto di gara.

3. Il Programma comprende le seguenti attività:
a) mappatura dei minerali su scala idonea;
b) campagne geochimiche, anche per stabilire la composizione chimica di terreni, sedimenti e rocce;
c) indagini geognostiche, incluse le indagini geofisiche;
d) elaborazione dei dati raccolti attraverso l'esplorazione generale, anche mediante lo sviluppo di mappe predittive.

4. Per la elaborazione del Programma nazionale di esplorazione l'ISPRA- Servizio Geologico d'Italia può avvalersi, ove necessario, di competenze esterne, nell'ambito dei finanziamenti previsti al comma 9.

5. Le attività di indagine e di esplorazione necessarie alla elaborazione del Programma si svolgono con tecniche non invasive secondo i più moderni e sostenibili standard di esplorazione e ricerca.

6. Il CITE approva il Programma entro il 24 marzo 2025. Il Programma è pubblicato nei siti internet istituzionali del Ministero delle imprese e del made in Italy, del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica nonché delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano territorialmente interessate.

7. La Carta mineraria aggiornata, sulla base delle risultanze del Programma nazionale di esplorazione, è pubblicata nel sito internet dell'ISPRA entro il 24 maggio 2025. Le informazioni di base relative alle mineralizzazioni contenenti materie prime critiche raccolte attraverso le misure previste nel Programma sono liberamente accessibili. Le informazioni più dettagliate, compresi i dati geologici, geofisici e geochimici trattati a risoluzione adeguata e la mappatura geologica su larga scala, sono messe a disposizione su richiesta dei singoli interessati.

8. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'ISPRA provvede alla rielaborazione dei dati delle indagini geognostiche esistenti, compresi i dati derivanti dalla bibliografia scientifica di settore, per individuare eventuali mineralizzazioni non rilevate contenenti materie prime critiche e minerali vettori di materie prime critiche, e pubblica, nelle more della Carta mineraria di cui al comma 7, una prima mappa accessibile al pubblico.

9. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo è autorizzata la spesa di 500.000 euro per l'anno 2024 e di 3 milioni di euro per l'anno 2025, alla cui copertura si provvede mediante utilizzo delle risorse di cui all'articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.

...

Fonte: ISPRA

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