Informazione tecnica HSE / 25 ° anno
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ID 14637 | 28.09.2021 / Documento esempio Metodo ad Indice allegato
L’Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico nel mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio e per l’intensità che alcuni di essi hanno raggiunto.
La sismicità della nostra penisola è legata alla sua particolare posizione geografica, perché è situata nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica. Dall’andamento della linea di convergenza quasi tutte le nostre Regioni sono potenzialmente interessate da eventi sismici.
Tutto ciò, oltre a creare in passato notevoli danni a persone ed edifici, può continuare ad impattare negativamente sul piano sociale ed economico non solo la popolazione ma anche le attività produttive. Una parte di quest’ultime oltre ad essere strategiche per il nostro paese, rientrano nella normativa a rischi di incidenti rilevanti.
Trattasi di stabilimenti chimici, aziende farmaceutiche, raffinerie, depositi di carburanti, centrali elettriche, acciaierie, ecc., che per il fatto di detenere sostanze pericolose al di sopra di determinate soglie li fa rientrare nel D.Lgs. 105/2015 (recepimento della direttiva 2012/18/UE - Seveso III).
E’ indubbio che un sisma, qualora colpisca uno stabilimento “Seveso”, oltre a creare effetti diretti su persone e strutture, può comportare il rilascio di ingenti quantità di sostanze pericolose. Gli incidenti così generati sono chiamati NaTech (Natural Hazard Triggering Technological Disasters) ad indicare la loro doppia composizione naturale e tecnologica.
Scopo del presente lavoro è sviluppare un’analisi preliminare (Art. 15, Allegato C punto C.4.1, del D.Lgs. 105/2015), con una metodologia semplificata (metodo ad indice) per la “valutazione del livello di rischio NaTech dovuto a terremoto” che fornisca le basi per identificare le unità critiche dello stabilimento, finalizzata all’individuazione dei livelli di approfondimento ai fini della stesura del rapporto di sicurezza.
Da tale attività di screening, si danno le indicazioni per le principali azioni correttive di prevenzione e mitigazione. Tale metodo può essere utilizzato anche nella fase di studio di eventuali effetti domino (Art. 19 e Allegato E D.Lgs. 105/15) nonché nella pianificazione di emergenza e nella programmazione e pianificazione del territorio.
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segue in allegato
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