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ID 18802 | 26.01.2023 / In allegato
Il tetracloroetilene è un alogenuro organico, usato principalmente come solvente nelle lavanderie a secco e per lo sgrassaggio dei metalli, nell'industria chimica e farmaceutica, nell'uso domestico. Il tricloroetilene noto anche col nome commerciale di trielina, è anch’esso un alogenuro alchilico. Il tricloroetilene è un ottimo solvente per molti composti organici. Al picco della sua produzione, negli anni venti, il suo impiego principale era l'estrazione di oli vegetali da piante quali la soia, il cocco e la palma. Tra gli altri usi nell'industria alimentare si annoveravano la decaffeinazione del caffè e l'estrazione di essenze. Ha trovato uso anche come solvente per il lavaggio a secco, fino a quando non è stato soppiantato negli anni cinquanta dal tetracloroetilene.
Fonti di contaminazione e vie di esposizione per l’uomo
Il tetracloroetilene è ampiamente distribuito nell’ambiente ed è presente in tracce nell’acqua, negli organismi acquatici, nell’aria, negli alimenti e nei tessuti umani. I più alti livelli ambientali sono ritrovati nelle lavanderie a secco e nelle industrie di sgrassaggio dei metalli. Tali emissioni possono portare ad alte concentrazioni nelle acque profonde. Nelle acque profonde anaerobiche il tetracloroetilene può degradare a composti più tossici, quale il vinilcloruro. Tra i cibi si trova principalmente nei frutti di mare, nel burro e negli alimenti ricchi di grassi. Il tricloroetilene è emesso principalmente nell’atmosfera soprattutto dagli effluenti delle industrie di sgrassaggio dei metalli, ma può anche trovarsi come contaminante nelle acque profonde e a volte nelle superficiali a causa degli scarichi industriali. Per ambedue i composti la fonte principale di esposizione per l’uomo è rappresentata dall’inalazione di aria contaminata.
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