Decisione 2006/193/CE
Decisione della Commissione, del 1° marzo 2006, recante norme sull’utilizzo del logo EMAS in casi eccezionali di imballaggio per il trasporto e imballaggio terziario ai sensi del ...
Lo scenario di rischio considerato si riferisce al possibile rilascio da soggetti con COVID-19 di escreti liquidi e solidi infetti che, trasferiti alla fognatura attraverso gli scarichi idrici di ambienti domestici e produttivi sono collettati con le acque reflue; queste ultime vengono trattate in impianti di depurazione generando, quali materiali di risulta, fanghi che, sottoposti a trattamenti di diversa natura, potrebbero causare esposizione professionale o generale a SARS-CoV-2 in funzione delle destinazioni d’uso. In tale contesto è preliminarmente da osservare che:
- l’origine delle acque reflue potenzialmente infette è riferita ad ambienti domestici e luoghi di lavoro; per tutti gli scarichi provenienti da complessi ospedalieri, case di cura, ambulatori, laboratori di analisi mediche e simili, con particolare riferimento ad ospedali specializzati per malattie infettive ed ai reparti infettivi degli ospedali generali esiste l’obbligo di disinfezione prima dell’immissione in fognatura;
- sono considerati nella presente valutazione i fanghi conferiti da impianti di depurazione a gestione specializzata o in economia; tuttavia, come noto, sussistono in alcune circostanze territoriali, soprattutto del sud Italia, insediamenti abitativi e produttivi non allacciati alla rete di fognatura e, a livello nazionale, una quota significativa di acque reflue non viene sottoposta a depurazione e generalmente è direttamente recapitata in acque superficiali. In tali contesti è evidente che lo scenario di diretta esposizione umana a reflui potenzialmente infetti può configurare un rischio a
priori più critico;
- la produzione di fanghi è correlata al corretto ed efficiente espletamento del servizio pubblico essenziale di depurazione delle acque reflue urbane, il cui esercizio èindispensabile per garantire la tutela della salute pubblica e la protezione dell’ambiente: la mancanza di modalità̀ di gestione e destino per i fanghi prodotti dai depuratori - anche in condizioni di emergenza pandemica - potrebbe comportare il blocco del sistema di depurazione delle acque reflue con rilevanti problemi sanitari e ambientali;
- nel quadro normativo di riferimento2 e nelle pratiche correntemente adottate nella depurazione di reflui a livello nazionale, il rischio di esposizione umana a microrganismi patogeni (batteri, virus e parassiti), veicolati con le acque reflue e associato alla depurazione e al trattamento dei fanghi, è stimato sulla base di criteri e controlli rigorosi che regolano, in particolare, l’utilizzo dei fanghi trattati in agricoltura, incluso il compostaggio o il recupero energetico.
In questa sede si considera tuttavia opportuna una valutazione integrativa specifica in considerazione dell’attuale pandemia di COVID-19.
_____
Indice
Destinatari del rapporto
Acronimi
Introduzione
Scenari di rischio
Analisi delle evidenze: indicazioni internazionali, occorrenza, persistenza e infettività di coronavirus, incluso SARS-CoV-2
Matrici idriche e acque reflue
Fanghi di depurazione
Conclusioni
Allegato
Fonte: ISS
Collegati:
Decisione della Commissione, del 1° marzo 2006, recante norme sull’utilizzo del logo EMAS in casi eccezionali di imballaggio per il trasporto e imballaggio terziario ai sensi del ...
ID 19417 | 13.04.2023
Pubblicata dalla Commissione Europea la prima bozza 2023 pubblicato l'Atto delegato per l’ambiente sul regolamento sul...

Report SNPA n. 26/2021
Il Rapporto riporta i controlli ambientali effettuati dal sistema a rete SNPA (ISPRA/...
Testata editoriale iscritta al n. 22/2024 del registro periodici della cancelleria del Tribunale di Perugia in data 19.11.2024