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ILVA: la Cedu ha dato ragione ad alcuni cittadini di Taranto che avevano presentato ricorso contro lo Stato. “Il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell'Ilva ha messo in pericolo la salute dell'intera popolazione, che vive nell'area a rischio”.
La Corte europea dei Diritti dell'Uomo con sentenza 24 gennaio 2019 (in allegato) si esprime sul ricorso di 180 ricorrenti (Cordella e altri c. Stato italiano) che avevano denunciato alla CEDU gli effetti delle emissioni dell'industria siderurgica Ilva di Taranto sulla loro salute e sull'ambiente, lamentando una violazione dei loro diritti alla vita, al rispetto della vita privata e a un ricorso effettivo (articoli 2, 8 e 13 della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo).
Secondo la Corte, l'Italia ha omesso di assumere le misure necessarie a tutela della salute dei cittadini perché nell'ordinamento interno non esistono rimedi effettivi per l'attivazione di misure efficaci per la bonifica dell'area.
La Corte dichiara, dunque che vi è stata violazione:
- dell'articolo 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare) e
- dell'art. 13 della Convenzione e ritiene ragionevole accordare la somma di risarcimento di 5.000 EUR per ciascun ricorso per il procedimento dinanzi ad essa.
Corte dei conti europea, 15.01.2020
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