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Linee guida prevenzione atti di violenza e aggressioni verbali e/o fisiche operatori sanitari R. Sicilia 2024

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Linee guida prevenzione atti di violenza e aggressioni verbali e o fisiche R  Sicilia 2024

Linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno operatori sanitari Regione Sicilia 2024

ID 21182 | 18.01.2024

Linee guida per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione Siciliana”

(GU Regione Siciliana n. 1 del 05 gennaio 2024 (Parte I - SO).

1.0 Premessa
2.0 Obiettivo
3.0 Ambito di applicazione
4.0 Azioni
4.1 Valutazione del rischio violenza/aggressione
4.2 Istituzione del “Gruppo di Lavoro Rischio Aggressioni”
Analizzare l’ambiente lavorativo
a. Revisione degli episodi di violenza/aggressione segnalati
b. Conduzione di indagini ad hoc rivolte al personale sanitario maggiormente a rischio
c. Analisi delle condizioni operative e dell’organizzazione nei servizi considerati maggiormente a rischio
Analizzare e monitorare gli episodi di violenza/aggressione
4.3 Definizione e implementazione delle misure di prevenzione e di controllo
a. Misure strutturali e tecnologiche
b. Misure organizzative
1. Misure di accoglienza
2. Misure di informazione e comunicazione
3. Misure operative
4.4 Gestione degli episodi di violenza/aggressione
4.5 Formazione del personale
5.0 Riferimenti Bibliografici e Normativi
6.0 Allegati
Allegato 1 - Check list per la valutazione del rischio specifico “Atti di violenza/aggressione a danno degli operatori sanitari”
Allegato 2 - Scheda segnalazioni “Atti di violenza/aggressione a danno degli operatori sanitari”
Allegato 3 - Questionario conoscitivo “Atti di violenza/aggressione a danno degli operatori sanitari”
Allegato 4 - Foglio informativo “Elementi di strategia comportamentale”
Allegato 5 - Modelli di materiale informativo da distribuire e/o affiggere nelle strutture
________

Premessa

La violenza nel posto di lavoro nel settore sanitario è un problema globale e sempre più diffuso e gli interventi per prevenire incidenti violenti e per preparare il personale non sono ancora attuati in modo coerente e la loro efficacia è spesso inadeguata.

La necessità di sviluppare linee guida è determinata dal fatto che gli operatori sanitari sono ad alto rischio di violenza in tutto il mondo. Tra l'8% e il 38% degli operatori sanitari (Organizzazione Mondiale della Sanità) subisce violenza fisica a un certo punto della propria carriera. Molti di più sono i minacciati o gli esposti ad aggressioni verbali.

Sempre l'OMS sottolinea che la violenza e le molestie colpiscono tutti i gruppi di operatori nei vari ambienti di lavoro nel settore sanitario. Fino al 62% degli operatori sanitari ha subito forme di violenza sul posto di lavoro. L'abuso verbale (58%) è la forma più comune di violenza non fisica, seguita da minacce (33%) e molestie sessuali (12%).

Il numero di episodi di violenza e aggressione in ambito sanitario è in costante crescita e aumenta sempre di più la consapevolezza sulla gravità del problema. Gli episodi di violenza costituiscono un rilevante problema di salute pubblica.

Il rischio aggressioni presenta una notevole difficoltà di approccio e gestione, non essendo ancora regolamentato, come altri rischi “tradizionali”, pur essendo la sua valutazione imposta dalla norma.

In considerazione di quanto esposto gli atti di violenza vanno affrontati secondo disposizioni contenute nel Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, o Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, e trovano il loro fondamento nella Costituzione della Repubblica Italiana secondo cui il diritto alla salute e all'integrità fisica è un diritto fondamentale dell'uomo. La legge ha avuto come obiettivo di stabilire regole, procedure e misure preventive da adottare per rendere più sicuri i luoghi di lavoro, quali essi siano. L’obiettivo è quello di eliminare e/o ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori a rischi legati all’attività lavorativa per evitare
infortuni o malattie professionali.

Recenti indagini di settore hanno evidenziato quanto, una corretta politica orientata alla sicurezza dei lavoratori porti un ritorno positivo in azienda, non solo per ciò che concerne i rapporti umani, ma anche in termini di produttività.

Benessere psico-fisico e ambientale, positività diffusa e produttività aumentata sono solo alcuni dei benefit che possono svilupparsi nell’ambiente lavorativo grazie a un mirato investimento su prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nell’attuale contesto sociale, tra i maggiori e ricorrenti rischi nel settore della Sanità, si annoverano gli atti di violenza e aggressione a danno degli operatori sanitari.

Subire una aggressione verbale e/o fisica ma anche assistere ad un evento aggressivo nello svolgimento del proprio lavoro può determinare un danno emotivo/psicologico in quanto “rappresenta un evento traumatico più o meno acuto in relazione all’entità dell’evento e alla fragilità delle persone” (Mitchell J. T. e Everly G. S.) (1996).

Mitchell J. T. e Everly G. S. (1996) definiscono il Critical Incident in ambito sanitario come “…qualunque situazione affrontata dal personale sanitario, capace di produrre uno stress emotivo insolitamente elevato in grado di interferire sulle abilità dell’operatore durante e anche dopo l’evento critico”.

Varie sono le definizioni di violenza:

- La World Health Organization (WHO - 2002) la definisce come “l’utilizzo intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o reale, contro un’altra persona, o contro un gruppo o una comunità, che determini o che abbia un elevato grado di probabilità di determinare lesioni, morte, danno psicologico, cattivo sviluppo o privazione”.

- L’International Labour Organization (ILO – 2003) definisce la violenza sul luogo di lavoro come “qualsiasi azione, incidente o comportamento che si discosti da una condotta ragionevole in cui una persona viene aggredita, minacciata, danneggiata, ferita nel corso o come diretta conseguenza del suo lavoro”.

- Il National Institute of Occupational Safety and Health - (NIOSH - 2002) definisce la violenza sul luogo di lavoro: “ogni aggressione, comportamento minaccioso, abuso verbale o fisico che si verifica sul posto di lavoro”.

- L’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro (EU-OSHA – 2011) la violenza sul posto di lavoro comprende: “insulti e comportamenti incivili, minacce, forme di aggressione fisica, aggressione psicologica btale da mettere a repentaglio la salute, la sicurezza e il benessere dell’individuo, la presenza di una componente razziale o sessuale”.

La violenza si può manifestare attraverso le seguenti forme:

- aggressione fisica contro la persona con l’intento di causare danni fisici alla persona;
- aggressione fisica contro oggetti con la distruzione deliberata di ogni tipo di oggetto disponibile;
- aggressione verbale/psicologica che provoca nella persona che subisce l'aggressione un danno psicologico o emotivo;
- aggressione indiretta intesa come qualsiasi atto di aggressione che viene effettuata indirettamente, causando danni anche in modo anonimo (diffondere voci e calunnie o pubblicare su siti web messaggi umilianti e offensivi);
- aggressione relazionale basata sull'esclusione sociale della persona lesa;
- aggressione simbolica caratterizzata dal fatto che l'attacco non viene effettuato direttamente sulla vittima, ma su elementi che simboleggiano aspetti collegati come religione, politica, orientamento sessuale o nazionalità;
- molestie psicologiche e fisiche intese come comportamenti indesiderati, posti in essere per ragioni anche connesse al sesso e aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo.

Il Ministero della Salute nel novembre del 2007 ha emanato la Raccomandazione n. 8 per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari ed in particolare il titolo indica come “gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari costituiscono eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione”.

Il Ministero della Salute definisce evento sentinella “l’evento avverso di particolare gravità, potenzialmente evitabile, che può comportare morte o grave danno al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario. Il verificarsi di un solo caso è sufficiente per dare luogo ad un’indagine conoscitiva diretta ad accertare se vi abbiano contribuito fattori eliminabili o riducibili e per attuare le adeguate misure correttive da parte dell’organizzazione”.

Il protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella in Sanità è stato formalizzato nel 2009 con l’istituzione del Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità (SIMES) ed in particolare l’evento sentinella n. 12 riguarda gli “atti di violenza a danno dell’operatore sanitario”. Pertanto, le strutture sanitarie territoriali registrano gli eventi di violenza/aggressione nell’ambito dell’Incident Reporting, il quale contiene tutte le segnalazioni effettuate dagli operatori che hanno subito l’aggressione stessa.

A seguito dell’approvazione della Legge 113/2020 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni”, le strutture sanitarie devono impegnarsi nel mettere in atto interventi di prevenzione della violenza in particolare attraverso il monitoraggio delle vessazioni a danno delle professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni.

Presso il Ministero della Salute, il 13 gennaio 2022, si è insediato l'Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie (ONSEPS) con il compito del monitoraggio e analisi dei dati sulla violenza e la promozione di studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti a livello di organizzazione dei servizi sanitari.

Le figure professionali più a rischio sono i lavoratori coinvolti nei processi assistenziali rivolti alla persona e sono le figure a più alto rischio in quanto devono gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività sia da parte del paziente che dei familiari che si trovano in uno stato di vulnerabilità o frustrazione.

Nella programmazione regionale risulta necessario, per dare uniformità al territorio, indicare un piano di prevenzione con un percorso metodologico che consenta di identificare in modo omogeneo i fattori di rischio per la sicurezza del personale sanitario e proporre opportune strategie per fronteggiare gli episodi di violenza.

Il percorso metodologico deve attenzionare svariati fattori che possono essere causa o concausa e, pertanto, incrementare gli atti di violenza:
- lunghi tempi di attesa, in particolare, nelle zone di emergenza o nelle aree cliniche;
- accesso senza restrizione di visitatori presso le strutture sanitarie (sovraffollamento);
- ridotto numero di personale durante i momenti di maggiore attività;
- paziente/utente con disturbi psichiatrici;
- paziente/utente sotto effetto di alcol e/o droga;
- mancanza di formazione del personale nel riconoscimento e controllo dei comportamenti aggressivi;
- comunicazione non idonea verso i pazienti e/o utenti, nonché tra gli stessi operatori;
- scarsa illuminazione delle aree maggiormente a rischio come a es. pronto soccorso e/o aree di parcheggio;
- scarsa vigilanza.

La Raccomandazione n. 8 del 2007 invita gli operatori sanitari ad avere consapevolezza delle fasi che conducono al comportamento violento:

Fasi che conducono al comportamento violento
...
segue in allegato

Linee Guida elaborate dal “Gruppo di Coordinamento Regionale per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche a danno degli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche della Regione Siciliana” (D.A. n. 315 del 28 marzo 2023)

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