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FAQ Vaccini anti Covid-19 Min Salute

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FAQ Vaccini anti COVID 19   03 01 2022

FAQ  Vaccini anti Covid-19 Min Salute / Update 03.01.2022

ID 15275 | Update 03.01.2022 / Documento completo allegato

FAQ  Vaccini anti Covid-19 Min Salute

Cosa prevede il Piano strategico vaccinazioni anticovid-19 e qual è l'obiettivo della campagna vaccinale?

Obiettivo della campagna di vaccinazione della popolazione è raggiungere un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati per ridurre la circolazione del virus e lo sviluppo di varianti e prevenire efficacemente l’insorgenza di patologia grave e di decessi.

La campagna è partita il 27 dicembre in Italia ed Europa con il vaccine day (in modo effettivo il 31 dicembre 2020).

I vaccini sono offerti gratuitamente a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità, che tiene conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità.

Piano strategico vaccini anti Covid-19
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Quali vaccini sono stati autorizzati in Italia?

Attualmente in Italia sono stati autorizzati i seguenti vaccini:

- Vaccino Comirnaty di Pfizer-BioNtech - è il primo vaccino ad essere stato autorizzato in Unione Europea: il 21 dicembre 2020 dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e il 22 dicembre dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
- Vaccino Spikevax (Moderna) - il 6 gennaio è stato autorizzato dall'EMA e il 7 gennaio dall'AIFA .
- Vaccino Vaxzevria di AstraZeneca - il 29 gennaio è stato autorizzato dall’EMA e il 30 gennaio dall’AIFA.
- Vaccino Janssen (Johnson & Johnson) - l'11 marzo è stato autorizzato dall'EMA e il 12 marzo 2021 dall'AIFA
- Vaccino Nuvaxovid (Novavax) - il 20 dicembre è stato autorizzato dall’EMA e il 22 dicembre dall'AIFA.

Piano vaccini anti Covid-19
Report vaccini anti Covid-19
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Qual è l‘impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri e decessi? (NEW 03.01.2022)

L’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) relativa all’impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi, aggiornata al 28 dicembre 2021, evidenzia che:

- negli ultimi 30 giorni in Italia si è osservata una maggiore incidenza di casi nella popolazione non vaccinata
- l’efficacia del vaccino (riduzione del rischio) nel prevenire la malattia è pari a 82,7% entri i 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale e scende da 71,7% tra i 91 e 120 giorni a 57,5% oltre i 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale)
- rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa, in quanto l’efficacia del vaccino nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni e tra i 91 e 120 giorni è pari rispettivamente al 95,7% e 92,6%, mentre cala all’88% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni
- l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa sale rispettivamente al 86,6,0% e al 97,0% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster

Nella fascia di età 80 anni e più, dove la copertura vaccinale è superiore al 90% si osserva che:

- il tasso di ospedalizzazione nei non vaccinati (568 ricoveri per 100.000) è circa otto volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (66 ricoveri per 100.000) e circa 41 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (13,7 ricoveri per 100.000) - periodo 12 novembre - 12 dicembre 2021
- il tasso di ricoveri in terapia intensiva nei non vaccinati (30,9 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) è circa otto volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro 120 giorni (3,9 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) e circa 77 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (0,4 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) - periodo 12 novembre - 12 dicembre 2021
- il tasso di decesso nei non vaccinati (218,9 per 100.000) è circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro i 120 giorni (21,6 per 100.000) e 64 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (3,4 per 100.000) - periodo 5 novembre - 5 dicembre 2021

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Qual è l‘impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri e decessi?

L’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità relativa all’impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi, aggiornata al 15 dicembre 2021, evidenzia che:

- negli ultimi 30 giorni in Italia si è osservata una maggiore incidenza di casi nella popolazione non vaccinata
- dopo 150 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 73% a 35%
- rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa, in quanto l’efficacia del vaccino nei vaccinati con ciclo completo da meno di 150 giorni è pari al 92,7%, mentre è pari all’82,6% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 150 giorni l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa sale rispettivamente al 75,5% e al 93,4% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

Nella fascia di età 80 anni e più, dove la copertura vaccinale è superiore al 90% si osserva che:

- il tasso di ospedalizzazione nel è circa sette volte più alto per i non vaccinati (381 ricoveri per 100.000) rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 150 giorni (52 ricoveri per 100.000) e circa 35 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (11 ricoveri per 100.000) - periodo 29 ottobre 2021 - 28 novembre 2021
- il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei non vaccinati (22 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) è circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro 150 giorni (3 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) e circa 54 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (0,4 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) - periodo 29 ottobre 2021 - 28 novembre 2021
- il tasso di decesso nei non vaccinati (153 per 100.000) è circa otto volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da entro i 150 giorni (18 per 100.000) e 45 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (3 per 100.000) - periodo 22 ottobre 2021 - 21 novembre 2021.

Epidemia Covid-19. Aggiornamento 15 dicembre dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) 

Sorveglianza integrata Covid-19 dell'ISS.
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I vaccini sono sicuri?

Sì. I vaccini vengono autorizzati solo dopo un’attenta valutazione del profilo di sicurezza in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione.
In ogni caso il profilo di sicurezza viene continuamente monitorato anche dopo l’autorizzazione. L'Agenzia italiana del farmaco pubblica report periodici sulla farmacovigilanza dei vaccini Covid-19.

Aifa - Farmacovigilanza su vaccini COVID-19
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Per gli operatori sanitari è obbligatorio il vaccino anti Covid-19?

Sì. Al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza, gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario, che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle  farmacie, nelle parafarmacie e negli studi professionali, sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2.
La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l'esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative dei soggetti obbligati. Solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, la vaccinazione non è obbligatoria e può essere omessa o differita.

Dal 15 dicembre 2021, per il personale sanitario e socio-sanitario, diventerà obbligatoria anche la dose di richiamo.

Decreto legge 26 novembre 2021, n. 172
Decreto legge 1 aprile 2021, n. 44
Decreto legge 10 settembre 2021, n. 122
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Quali sono state le categorie prioritarie nelle fasi iniziali e come prosegue la Campagna di vaccinazione anti COVID-19?

Operatori sanitari e sociosanitari

Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani 

Persone di età avanzata.

Con l’aggiornamento delle raccomandazioni sulle popolazioni target per la campagna di vaccinazione, è stata prevista la massima priorità per la macro-categoria dell’elevata fragilità (Categoria 1), in cui sono comprese: 

la categoria degli estremamente vulnerabili, persone affette da specifiche condizioni che, per danno d’organo preesistente o che a causa di una compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2, presentano un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19

la categoria dei portatori di disabilità grave, ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3, loro familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa.

A seguire sono stati presi in considerazione i criteri anagrafici e la presenza di patologie:

- Categoria 2: Persone di età compresa tra 70 e 79 anni
- Categoria 3: Persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni
- Categoria 4: Persone con comorbidità di età <60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per la elevata fragilità
- Categoria 5: Resto della popolazione di età <60 anni fino ai 16 anni.

La campagna prosegue con la programmazione della terza dose.
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Bambini e ragazzi possono essere vaccinati?

In Italia, i vaccini Comirnaty (BionNtech/Pfizer) e Spikevax (Moderna) possono essere somministrati al di sotto dei 18 anni di età (a partire dai 12 anni di età).

Il 1° dicembre l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha autorizzato la somministrazione del vaccino Comirnaty anche ai bambini tra 5 e 11 anni, in dose ridotta (un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e con formulazione specifica. 

Piano vaccini anti Covid-19
Circolare 7 dicembre 2021
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Perché vaccinare i bambini?

Secondo il parere della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), "sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva. 

Inoltre, la CTS sottolinea che “oltre all’efficacia nel prevenire il contagio e le relative conseguenze, la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi, che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età".

"Oltre ai benefici diretti, la vaccinazione dei bambini comporterebbe un aumento della copertura vaccinale dell’intera popolazione e, quindi, una maggiore protezione anche per i soggetti più fragili di tutte le età, soprattutto se conviventi con i bambini". 

Circolare 7 dicembre 2021
comunicato AIFA 1° dicembre 2021
Parere della CTS 
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Le persone immunodepresse possono essere vaccinate?

Secondo il Piano vaccini anti Covid-19 le persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti devono essere vaccinate nelle prime fasi, in quanto maggiormente suscettibili di ammalarsi di Covid-19.

Nei soggetti identificati come estremamente vulnerabili, in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante, che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di COVID-19, si conferma l’indicazione a un uso preferenziale dei vaccini a RNA messaggero (Moderna e Pfitzer).

Nei soggetti trapiantati e immunocompromessi è indicata prioritaria anche la somministrazione della dose addizionale (vedi faq dedicata).
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Ci sono altre categorie per cui è o obbligatoria la vaccinazione anti Covid-19?

Il Decreto legge 10 settembre 2021, n. 122 ha esteso l’obbligo ai lavoratori impegnati in strutture residenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali

Dal 15 dicembre 2021, in base al Decreto legge 26 novembre 2021, n. 172, la vaccinazione obbligatoria anti Covid-19, terza dose compresa, viene estesa anche a:

- personale amministrativo della sanità
- docenti e personale amministrativo della scuola
- militari
- forze di polizia
- personale del soccorso pubblico.
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Chi ha contratto il COVID-19 dopo la somministrazione della prima dose di un vaccino con schedula vaccinale a due dosi, deve fare anche la seconda dose?

La Circolare 9 settembre 2021 chiarisce che:

In caso di infezione Covid-19 confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro sei mesi (180 giorni) dalla documentata infezione (data del primo test molecolare positivo); trascorso questo arco di tempo, la schedula vaccinale potrà essere comunque completata, il prima possibile, con la sola seconda dose

In caso di infezione Covid-19 confermata oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. Resta inteso che l’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata; ciò vale anche per i soggetti guariti, in precedenza non vaccinati, che hanno ricevuto una sola dose di vaccino dopo l’infezione da SARS-CoV-2.
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Le persone che hanno già avuto COVID-19 possono essere vaccinate?

Sì, la vaccinazione è raccomandata anche per le persone che hanno già avuto l'infezione da SARS-CoV-2, sia in maniera sintomatica che asintomatica.

Quando effettuare la vaccinazione

Per le persone con pregressa infezione da SARS-CoV-2 è raccomandato effettuare la vaccinazione entro 6 mesi dalla documentata infezione.

Quante dosi somministrare

Nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2, qualora la vaccinazione venga effettuata entro i 12 mesi dalla guarigione, è possibile somministrare una singola dose di vaccino, anche in caso di un vaccino con ciclo a due dosi. Ciò non rappresenta una indicazione a procrastinare la vaccinazione oltre i 6 mesi dalla avvenuta infezione da SARS-CoV-2. L’eventuale somministrazione di una seconda dose entro i 12 mesi dalla guarigione non è comunque controindicata.

Superato l’intervallo di 12 mesi dalla guarigione, si procederà con un ciclo vaccinale completo.
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Quante dosi servono per essere immunizzati?

Per quanto riguarda i vaccini Comirnaty, Moderna, Vaxzevria, il ciclo vaccinale completo prevede due dosi, a distanza di alcune settimane l’una dall’altra, in base al tipo di vaccino.

Per le persone che hanno già avuto l'infezione, decorsa in maniera sintomatica o asintomatica, è stata consideta la somministrazione di una sola dose, preferibilmente entro i 6 mesi dall'infezione e comunque non oltre i 12 mesi dalla guarigione, tranne che per le persone con immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, per le quali si raccomanda di effettuare comunque due dosi, non essendo prevedibile la protezione immunologica conferita dall’infezione da SARS-CoV-2 e la durata della stessa.

Per il vaccino Janssen il ciclo prevede la somministrazione di una sola dose.

Tenuto conto della condizione di aumentata circolazione virale nel periodo invernale e della ripresa della curva epidemica e in un’ottica di massima precauzione, si consiglia la somministrazione di una terza dose di richiamo (booster) dopo 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, inclusi i soggetti vaccinati con una unica dose di vaccino Janssen.
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Quanto tempo deve passare perché io sia protetto dalla vaccinazione contro il COVID-19?

Gli studi clinici su Comirnaty (Pfizer-BioNtech) e Moderna hanno dimostrato un’efficacia molto elevata dei vaccini, rispettivamente, dopo una settimana e dopo due settimane dalla seconda dose.

Per quanto riguarda Vaxzevria (AstraZeneca) gli studi clinici hanno dimostrato la massima efficacia dopo 15 giorni dalla seconda dose.

Studi successivi hanno evidenziato che già dopo la prima dose i vaccini offrono un'efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia COVID-19 grave in un’elevata percentuale di casi, anche se questa non è immediata dopo l'inoculazione del vaccino, ma si sviluppa progressivamente dopo almeno 7-14 giorni dall'iniezione. La seconda dose del vaccino ha il compito di rinforzare la protezione e renderla più prolungata.

Per quanto riguarda l'intervallo tra prima e seconda dose dei vaccini a mRNA (Comirnaty e Moderna), con la circolare 9 aprile 2021 e la circolare 5 maggio 2021 sono stati trasmessi, rispettivamente, i pareri della Commissione Tecnico Scientifica di AIFA e del Comitato Tecnico Scientifico, che permettono di prolungare la somministrazione della seconda dose nella 6a settimana (entro 42 giorni) dalla prima, rispetto ai tempi indicati inizialmente (almeno 21 giorni dalla prima per Comirnaty e 28 giorni per
Moderna).

Per il vaccino Vaxzevria, la seconda somministrazione è prevista nel corso della 12a settimana dalla prima dose.

Per persone di età inferiore ai 60 anni di età, che hanno ricevuto la prima dose del vaccino Vaxzevria, è raccomandato di completare il ciclo vaccinale con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima.

Per quanto riguarda l'efficacia del vaccino monodose Janssen (Johnson & Johnson), nelle forme gravi arriva fino al 77% dopo 14 giorni dalla somministrazione e all’85% dopo 28 giorni dalla somministrazione. I dati attualmente disponibili hanno mostrato che nei soggetti over 65 non si è notata alcuna flessione nell'efficacia.
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Devo effettuare la vaccinazione con un vaccino previsto dal Piano nazionale vaccinale. Posso farlo in contemporanea con la vaccinazione anti Covid-19?

Sì, la somministrazione concomitante di un vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 utilizzato in Italia e un altro vaccino del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale è possibile, con l’eccezione dei vaccini vivi attenuati, per i quali può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2.
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Devo fare sia la vaccinazione anti Covid-19 sia quella anti-influenzale. Possono essere somministrate in un’unica seduta?

Sì. Tenuto conto delle attuali indicazioni espresse dalle principali autorità di Sanità Pubblica internazionali e relativi Comitati Consultivi e dei dati preliminari relativi alla co-somministrazione di vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 con vaccini antinfluenzali, è possibile programmare la somministrazione dei due vaccini, anti-influenzale e anti-SARS-Cov-2, nella medesima seduta vaccinale.
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