Malattie professionali nei siti di interesse nazionale per le bonifiche

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SIN 2019

Le malattie professionali nei siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN)

Il volume riporta i dati relativi ai casi di malattia professionale riconosciuti con esito positivo da parte dell’Inail nei residenti nei territori definiti "siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN)"

Sono analizzati 11.015 casi di malattie professionali verificatesi nel periodo 2010-2014 nei 44 siti considerati e calcolati gli indicatori di rischio rispetto alla dimensione degli attesi su base di macroarea geografica. Per ogni sito sono disponibili specifiche schede descrittive comprensive dei risultati epidemiologici, della loro interpretazione e discussione critica e dell’analisi dei risultati degli studi analitici già disponibili nella letteratura scientifica.

L’analisi dello stato di salute nelle popolazioni residenti nei siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN) è sistematicamente sviluppata dall’Istituto superiore di sanità, con i metodi definiti nel progetto SENTIERI (Studio epidemiologico nazionale dei territori e insediamenti esposti a rischio di inquinamento) e nell’ambito di una collaborazione scientifica con una rete di istituzioni operanti a livello nazionale e regionale. Recentemente l’approccio di sorveglianza sistematica degli indicatori di salute e di analisi a priori delle evidenze disponibili (che rappresenta il paradigma concettuale di riferimento di tale esperienza) è stato incluso dall’Organizzazione mondiale della sanità fra quelli riconosciuti come validi per caratterizzare lo stato di salute dei residenti nei siti. Il progetto SENTIERI ha prodotto con carattere di sistematicità analisi accurate della distribuzione dei decessi per causa, dei ricoveri ospedalieri e dell’incidenza dei tumori nelle popolazioni residenti nei siti. Tali analisi costituiscono uno strumento prezioso per la programmazione sanitaria, per orientare le attività di risanamento e bonifica e per la verifica della loro efficacia.

Il rischio per la salute di natura strettamente ambientale (in relazione alla mera residenza dei soggetti nei pressi di fonti di inquinamento) e il rischio di natura occupazionale sono strettamente connessi e agiscono in modalità sinergiche. Tale evidenza risulta particolarmente cogente quando si discute di popolazioni residenti nei SIN, nei quali in molti casi il profilo dei lavoratori nei contesti produttivi coinvolti e dei residenti nelle aree di insediamento possono coincidere. La natura dei rischi per la salute, le modalità di esposizione e i meccanismi di tutela per gli esposti di origine ambientale e occupazionale sono tuttavia strutturalmente diversi ed è stato ripetutamente evidenziato come sia di grande rilevanza la definizione di strumenti metodologici che consentano di isolare e di stimare separatamente lo specifico contributo dell’esposizione di origine professionale allo stato di salute dei residenti.

Lo scopo di questo volume, redatto in collaborazione fra le strutture dell’Inail dedicate alla ricerca epidemiologica e alla consulenza medica, statistica e attuariale, è di fornire una stima del rischio di origine strettamente professionale nei SIN, sulla base dell’analisi dei casi di malattia professionale riconosciuti dall’Istituto. La stima della componente di origine professionale, oltre a fornire un contributo significativo nell’analisi dello stato di salute dei residenti, può aprire la strada alla definizione di strumenti metodologici per identificare con maggiore accuratezza i danni per la salute attribuibili alla specifica componente di compromissione ambientale in senso stretto.

Sono stati analizzati i casi di malattia di origine professionale riconosciuti dall’Inail nel periodo 2010 - 2014 fra i residenti nei 44 SIN considerati. La selezione dei SIN è coerente con i precedenti studi epidemiologici condotti nell’ambito del progetto SENTIERI ed è determinata dalle caratteristiche relative ai territori costituenti il SIN che in alcuni casi non consentivano le analisi statistiche. La scelta di non escludere alcuna malattia deriva dalla natura dello studio che si caratterizza per l’approccio di tipo ecologico. L’indicatore statistico utilizzato è il Rapporto standardizzato di incidenza (SIR) di malattia professionale. Per la stima di tali rapporti è stato utilizzato il riferimento di ripartizione geografica (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole).

Tale indicatore consente quindi di valutare la significatività di eventuali eccessi nel numero di casi di malattia professionale rispetto al numero atteso stimato, sulla base del tasso di macroarea geografica.

Nei 44 siti considerati, nel periodo 2010 - 2014, sono stati riconosciuti 11.015 casi di malattia professionale (8.877 negli uomini e 2.138 nelle donne). Le malattie del sistema muscoloscheletrico (3.715 e 1.197 rispettivamente negli uomini e nelle donne), del sistema respiratorio (1.910; 50), le ipoacusie (1072; 6) e i tumori di origine professionale (1.134; 40) sono le patologie predominanti.

L’analisi dei rapporti standardizzati di incidenza ha evidenziato un eccesso del 24,2 %, pari a 1.732 casi, nel periodo considerato rispetto all’atteso per gli uomini (346 casi per anno). Nelle analisi territoriali gli eccessi risultano significativi per i siti di Casale Monferrato, Cengio e Saliceto, Broni e, nei soli uomini, Pieve Vergonte e Pitelli nel Nord-Ovest; per i siti di Sassuolo - Scandiano e, nei soli uomini, Laguna di Grado - Marano e Trieste nel Nord-Est; per i siti di Livorno, Terni, Basso bacino del fiume Chienti e, nei soli uomini, Piombino e Massa Carrara nel Centro; per i siti di Sulcis - Iglesiente - Guspinese e, nei soli uomini, Area litorale vesuviano, Taranto, Aree industriali Val Basento, Tito, Gela, Biancavilla nel Sud.

Nell’analisi per singola malattia, devono essere sottolineati gli eccessi per mesotelioma e tumore del polmone in numerosi siti, in alcuni casi senza che l’amianto sia esplicitamente citato fra i contaminanti nei documenti di caratterizzazione dei siti. Le specifiche analisi per tipo di malattia professionale e territorio sono riportate in dettaglio nella sezione dei risultati del presente volume e offrono numerosi spunti di discussione.

I risultati presentati devono essere valutati tenendo presente i limiti della base di dati e delle modalità di analisi. In particolare si deve porre attenzione alla circostanza che sussistono alcune categorie lavorative che godono di regimi specifici di tutela assicurativa per il rischio di malattia e infortunio non gestiti dall’Inail e sono quindi esclusi da questa analisi dei dati. Il criterio inoltre di assegnazione dei soggetti ammalati ai vari territori è quello della residenza al momento del riconoscimento di malattia ed è possibile quindi la sussistenza di un bias di attribuzione geografica.

Con i limiti appena citati, le analisi presentate in questo volume costituiscono il primo tentativo nel nostro paese di offrire un quadro puntuale della distribuzione dei rischi per la salute di origine strettamente occupazionale nei siti di interesse nazionale per le bonifiche. Si tratta anche di un tentativo di introdurre i dati relativi ai riconoscimenti di malattia professionale nella discussione epidemiologica e in particolare nell’ambito degli studi ecologici di sorveglianza. Questo ultimo elemento di riflessione si pone con coerenza nella rinnovata missione dell’Istituto come ente deputato alla tutela complessiva dei lavoratori e come polo di ricerca scientifica per la salute e la sicurezza del lavoro.

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Contenuto:

Sintesi
Guida alla lettura
Obiettivi e razionale dell’analisi delle malattie di origine professionale nell’ambito della sorveglianza epidemiologica nei siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN)
Fonti dei dati, metodi e indicatori epidemiologici per l’analisi delle malattie professionali nei SIN
Risultati
Schede
Area industriale Porto Torres (APT)
Area litorale vesuviano (ALV)
Aree industriali val Basento (AVB)
Bacino idrografico fiume Sacco (BFS)
Balangero (BAL)
Bari - Fibronit (BAR)
Basso Bacino fiume Chienti (BBC)
Biancavilla (BIA)
Bolzano (BOL)
Brescia Caffaro (BRE)
Brindisi (BRI)
Broni (BRO)
Casale Monferrato (CAS)
Cengio e Saliceto (CES)
Cerro al Lambro (CER)
Cogoleto Stoppani (COS)
Crotone - Cassano - Cerchiara (CCC)
Emarese (EMA)
Falconara marittima (FAL)
Fidenza (FID)
Gela (GEL)
Laghi di Mantova e polo chimico (LMN)
Laguna di Grado e Marano (LGM)
Litorale domizio-flegreo e Agro aversano (LDF)
Livorno (LIV)
Manfredonia (MAN)
Massa Carrara (MSC)
Milazzo (MIL)
Orbetello (ex Sitoco) (ORB)
Pieve Vergonte (PIV)
Pioltello Rodano (PIR)
Piombino (PIO)
Pitelli (PIT)
Priolo (PRI)
Sassuolo - Scandiano (SAS)
Serravalle Scrivia (SER)
Sesto San Giovanni (SES)
Sulcis - Iglesiente - Guspinese (SIG)
Taranto (TAR)
Terni - Papigno (TER)
Tito (TIT)
Trento nord (TRE)
Trieste (TRI)
Venezia (Porto Marghera) (VEN)
Conclusioni
Bibliografia e sitografia
Appendice

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Fonte: INAIL

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